Gli auguri della “Scuola per Artigiani Restauratori Maria Luisa Rossi” del Sermig

Offrire ai giovani la possibilità di sviluppare attitudini artistiche, capacità realizzative e di imparare la difficile pratica del restauro.  È l’obiettivo della Scuola per Artigiani Restauratori ‘Maria Luisa Rossi’ nata a Torino nel 1994 dall’intuizione del Sermig di Ernesto Olivero. A volerla Maria Luisa Rossi, esponente di una importante famiglia di antiquari torinesi, prima presidente.

La prima sede è tra le antiche mura dell’ex Arsenale militare, ora Arsenale della pace, poi dal 2009 la scuola si trasferisce in una nuova sede di circa 2400 metri quadrati, dove si trovano 9 laboratori per i mestieri d’arte e del restauro, due aule per la teoria, un’aula magna, un laboratorio di chimica applicata, uno di informatica con impianto di audiovisivi, un’aula per il disegno tecnico, un laboratorio per la fotografia  ed una biblioteca. 

La scuola è un istituto d’arte riconosciuto ed accreditato dalla Regione Piemonte come Agenzia formativa regionale, con la possibilità di accedere ai finanziamenti del Fondo sociale europeo potendo così proporre corsi di formazione professionale gratuiti e di rilasciare un attestato spendibile nel mondo del lavoro, riconosciuto in Italia e all’estero. A poco dalla fine di questo anno difficile incontriamo il direttore della Scuola per Artigiani Restauratori, Enrico Fossati, per lasciare un augurio di speranza a tutti i giovani per il futuro. E ci impegniamo ad approfondire nel 2021 questa opportunità formativa così preziosa: “Vi ringrazio per mettere a fuoco la necessità di recuperare anche in forma professionale, le antichi tradizioni del passato di cui l’Italia è ricca e che andrebbero tutelate e supportate.

Il nostro Paese, i nostri giovani non devono perdere questo patrimonio e ricordare che tutto il patrimonio artistico di cui siamo tanto orgogliosi si deve anche ad abili manualità artigiane. Dobbiamo riscoprire valori troppo dati per scontati. Nella mission del Sermig è basilare l’apertura e la solidarietà. Questa scuola rappresenta la prova vincente di quanto essere solidali significhi anche concretamente offrire strumenti per un futuro professionale che consenta la conquista della propria libertà individuale.

Ci piace pensare di poter agire come una calamita per chi sente dentro di sé la voglia di lavorare con le mani e creativamente, facendo uscire dalla propria formazione prima e dal lavoro dopo tutto il potenziale di bello di cui il mondo ha tanto bisogno. Anche dalla Scuola i nostri più cari auguri”.