Mattia Borsotti, l’artigiano della parola

Per questa prima cartolina post estate abbiamo deciso di riprendere le nostre narrazioni con il racconto di una storia d’artigianato dal gusto “letterario”, scoperta in un assolato pomeriggio di agosto. Mattia Borsotti, “artigiano delle parole”, classe 1991, calabrese di origine ma milanese d’adozione si appassiona fin da giovanissimo al rap, motore del suo simbolico avvicinamento al testo poetico. La sua passione adolescenziale lo ha portato fino alla pubblicazione del primo libro, Anatomia di un amore, edito dalla “Mario Vallone Editore”, raccolta poetica delle poesie degli suoi ultimi 10 anni.

Mattia dove nasce la tua passione per la scrittura?

Mi ha sempre appassionato scrivere, ma c’è stato un evento cha ha segnato la voglia di approfondire questo mio interesse. Infatti, la mia maestra dell’elementari dell’epoca, aveva letto un mio tema sulla gita in Val Camonica davanti all’intera classe. In quel momento capii che da grande volevo tentare di dare espressione alla mia interiorità per mezzo delle parole. Spinto da questo desiderio, verso i 14 anni, mi avvicino al mondo del free-style e partecipo alle prime competizioni, ma solo a 18 anni inizio a scrivere le poesie vere e proprie. Dopo un periodo di fermo creativo, riprendo nuovamente ad approfondire questa passione lavorando attivamente per il “Giornale di Segrate” ma continuando a comporre poesie. Al termine di quell’esperienza lavorativa decido di raccogliere i componimenti letterari degli ultimi 10 anni (40 poesie) ed inoltrarli a Mario Vallone (editore della casa editrice “Mario Vallone Editore”) che mi ha dato fiducia e ha deciso di pubblicare il libro.

Ma in concreto da dove nasce il componimento poetico?

Dalle sensazione e dai pensieri che assimilo per mesi. Ad esempio, la poesia dedicata a Tropea, è frutto dell’insieme delle emozioni, delle parole, delle immagini che ho interiorizzato per due anni. Cerco sempre di trovare le parole giuste che esprimano l’ idea del bello e che trasmettano il mio pensiero nel modo più “elevato” possibile. Come un artigiano è alla ricerca costante del “pezzo giusto”, così nella scrittura seleziono le parole più adatte a dare voce al mio personale racconto della realtà. Anche per questo ho privilegiato la poesia alla prosa.

Nelle scelta del linguaggio più adatto hai privilegiato spesso la parlata dialettale

Essendo profondamente legato alla Calabria, il dialetto è qualcosa che sento dentro. In virtù di questo legame ho optato per questa scelta stilistica in due poesie particolari, una delle quali è dedicata a mia madre (a madonna i l’Isula) mentre l’altra è un componimento che ha come topos la serenata. La scelta di questo linguaggio è una forma di celebrazione verso questa terra.

Tornando al libro, invece, colpisce da subito il titolo. A cosa ti sei ispirato?

Abbiamo optato per “Anatomia di un amore” in quanto il testo vuole ripercorrere tutte le tappe dell’innamoramento esprimendo, con questo titolo, un’analisi quasi “scientifica” del tema. Il testo ripercorre tutte le fasi dell’amore e creare, così, un’analogia con lo studio dell’ anatomia di un corpo umano, anche esso soggetto ad un naturale inizio ed una fine. Anche la copertina esprime tale concezione per mezzo dell’accostamento delle due immagini rappresentative di due momenti diametralmente opposti della storia d’amore.

Cos’è per te la poesia?

Penso sia l’espressione di un’ interiorità di cui non bisogna avere vergogna. E’ importante essere onesti con se stessi e con i propri lettori perché percepiscono immediatamente la disonestà. Il mio è un tentativo di mettere in ordine le mie emozioni.