Artista – Artigiano: un legame indissolubile?

Assolutamente sì. Quando si è davanti ad un’opera d’arte, la prima considerazione che si fa è: ma l’artista come avrà fatto a realizzarla? Già!! Come avrà fatto??? Il genio e il talento sono due caratteristiche innegabili. Ma come avrà fatto a creare tutto da solo??? In realtà, l’artista era sempre attorniato da un’equipe di collaboratori, artigiani di talento,  che lo aiutavano nella realizzazione dell’opera. Dal Medio Evo la bottega degli artisti si animava di voci, di rumori; ognuno aveva un compito specifico a seconda della competenza e dell’anzianità. C’era chi pestava i colori, chi si occupava dei leganti, chi era addetto alla preparazione delle tavole, che sarebbero diventati dei dipinti, dall’assemblaggio delle assi alla stesura del colore di base, proprio come in una moderna fabbrica, una sorta di catena di montaggio ante litteram!!! Ma tutti dovevano seguire i dettami del maestro! Lo stesso Raffaello Sanzio, giovanissimo,  era a capo di una bottega! E la sua attività era così fiorente che molto spesso lo stesso Raffaello ultimava l’opera con quello che potremmo chiamare il tocco del maestro!! Il 1600, il secolo del Barocco, in Piemonte, ci fa conoscere delle vere e proprie famiglie di artisti/artigiani itineranti: dalla zona del Ticino lasciarono testimonianza della loro abilità in quasi tutto il Nord Italia; stuccatori, frescatori, scultori, architetti impreziosirono le residenze di Casa Savoia; dal Castello del Valentino alla Reggia di Venaria, ancora oggi i loro nomi risuonano: i Bianchi, i Recchi, i Casella. Andando avanti nei secoli, il rapporto artista e artigiano si fa sempre più stretto. Gli architetti, per esempio, progettavano, disegnavano e seguivano i lavori di cantiere. Nel XVIII secolo, il grande architetto siciliano, Filippo Juvarra, colui che trasformò in una vera capitale Torino, svolgeva il ruolo di architetto-regista, scegliendo egli stesso gli artisti che avrebbero decorato i suoi progetti e preoccupandosi di definire ogni minimo dettaglio dell’ornato. Nell’Ottocento, Pelagio Palagi, che lavorò come architetto-designer per il re Carlo Alberto a Palazzo Reale e al Castello di Racconigi, eseguiva i disegni preparatori di ogni singola decorazione.  Un esempio lampante del rapporto tra questi talenti era il progetto dei pavimenti lignei: Palagi colorava delle diverse tonalità gli intarsi del pavimento, in modo tale che l’ebanista Gabriele Capello, detto il Moncalvo, potesse scegliere i legni appropriati per le tarsie.  E come non ricordare le preziose ed estrose facciate dei palazzi Liberty???? Pitture, festoni in litocemento, inferriate in ghisa, vetrate colorate: tutto realizzato dalle mani sapienti di abili maestranze al servizio dell’idea e dell’ideatore. E allora artista e artigiano: due talenti indissolubili per creare un’opera d’arte!


Barbara Colazzo, torinese, si laurea in Lettere Moderne indirizzo storico-artistico all’Università di Torino nel 2002. Dopo la laurea incomincia a lavorare presso il Castello di Rivoli – Museo di Arte Contemporanea e nel 2003 consegue l’abilitazione di Guida Turistica per Torino e Provincia, che estenderà nel 2010 con l’abilitazione sulla Provincia di Cuneo. Ad oggi lavora come guida museale presso i Musei Reali, la Reggia di Venaria e il Castello di Moncalieri; svolge visite guidate storico-artistiche ed enogastronomiche per far apprezzare le sfumature del territorio piemontese; organizza lezioni d’arte per appassionati ed associazioni culturali; cultrice di canto, si esibisce in un duo composto da chitarra e voce.