Il racconto di “Capitaneuncine”

Artigianato è certamente comunicazione. Comunicazione di storie, tradizioni, scelte, capacità. Ed artigianato e comunicazione si ritrovano nella storia di Elena Fois, giornalista, da qualche mese impegnata con l’amica Renata Marrone nel progetto “Capitaneuncine”, “un duo che canta un po’ fuori dal tempo – si presentano sul loro profilo Instagram – ma ce la mette tutta. Possiamo dire che lavoriamo ai ferri, all’uncinetto, cuciamo e qualche volta stiamo in garage a lavorare il legno, a levigarlo e lucidarlo”.

Il punto di partenza di questa avventura è la merceria creativa “Callegari creazioni” di Chivasso, punto vendita ma anche laboratorio, dove si svolgono corsi e ci si incontra “magari anche solo per sferruzzare in compagnia”. Elena ne cura la parte di comunicazione e dei social ed allo stesso tempo frequenta corsi ed è qui che conosce appunto Renata, la sua insegnante e poco per volta prende idea il progetto da realizzare insieme. “Lei è quella precisa, io quella indisciplinata. Creiamo oggetti ai ferri e all’uncinetto, di abbigliamento ma anche per la casa. Abbiamo aperto un piccolo negozio su Etsy e la risposta è buona”. “Nel nostro lavoro – dice ancora – siamo molto attente alla scelta dei materiali, prediligiamo filati della filiera sostenibile con coloranti naturali o scegliamo lane provenienti da allevamenti che non sfruttano le pecore”.

Ed ancora, c’è attenzione al tema del recupero, “ad esempio, raccolgo io stessa nelle campagne vicino a casa i pezzi di legno che mi possono servire per alcune realizzazioni, poi li pulisco e li lucido. Allo stesso modo recuperiamo vecchi tessuti o bottoni”. “Un percorso – racconta ancora Elena – iniziato quando, qualche anno fa, ho deciso di lasciare il posto fisso. Da quella esperienza mi porto dentro un bagaglio importante che sarà sempre con me, ma nello stesso tempo mi sembra di essermi riappropriata della lentezza, dei miei ritmi. Le mie giornate iniziano presto, prima della sveglia di mio figlio e proseguono fino a tardi tra lavoro, studio e letture.”

Le “Capitaneuncine” non si limitano solo a realizzare gli oggetti ma ne raccontano la storia, come quella di “Ettore”, una decorazione a muro, realizzata interamente a mano. “Ettore si chiama così – spiega – perché è il primo che abbiamo realizzato ed è stato regalato ad un bimbo con questo nome”. “Utilizziamo molto i social, sono importanti per il nostro lavoro, specialmente negli ultimi tempi quando non c’erano i mercatini a causa del Covid. Li usiamo non solo per vendere ma per raccontare le storie dei prodotti che realizziamo”.

Pensando al futuro Elena dice “mi piacerebbe fare l’artigiana mantenendo però la possibilità di raccontare quello che faccio. Mi piacerebbe creare un sito dedicato al mondo del lavoro a maglia, dell’ uncinetto ripercorrendo la storia di questa attività negli anni, facendo approfondimenti storici, pubblicando interviste di testimonial famosi”. Il lockdown ha favorito la riscoperta del lavoro a maglia: “sì, si è capito che non parliamo solo di lavori delle nonne. Io – dice divertita Elena – spesso lavoro a maglia ascoltando la mia musica preferita, la musica metal”. “C’è una riscoperta dell’artigianato – osserva – ci sono molte community di persone che si stanno approcciando a queste attività. Io ho contatti in tutta Italia, con i quali spesso si comincia parlando di lavoro e si finisce a raccontarsi dei figli, della propria vita”.

Tra le difficoltà che ci sono “quella di far capire il valore del proprio lavoro, del fatto a mano. Ed è un percorso che deve partire da noi, non dobbiamo sminuire quello che facciamo, dobbiamo dare e difendere il giusto prezzo. Spero che la gente capisca – conclude – ma sono fiduciosa, i segnali ci sono. Forse anche questi mesi duri che abbiamo e stiamo ancora passando ci hanno fatto capire il giusto valore anche di oggetti, magari piccoli, ma realizzati a mano, con un’attenta scelta di materiali”.

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