Allarme per le piccole imprese: massimo storico per bolletta energetica con il Pil al 4,1%

Grandissima preoccupazione per la ricaduta economica che il caro energia avrà sull’andamento delle micro e piccole imprese. Artigiani, in prima fila già molto penalizzati durante la pandemia, si ritrovano ora a dover sostenere spese altissime per servizi indispensabili alle loro attività. Il rischio di chiusura è reale se non interverranno a livello di Governo nazionale ed europeo provvedimenti mirati al contenimento dei rincari. Sull’argomento una nota del presidente di Confartigianto Torino Dino De Santis sottolinea la gravità del momento: “E’ vero allarme per le piccole imprese. Caro-energia sia la prima emergenza per il prossimo Governo. E’ indispensabile che a livello europeo si giunga rapidamente all’introduzione di un tetto al prezzo del gas e che si mettano in campo interventi finalizzati a contenere l’impatto dei rincari sulle micro e piccole imprese, impedendo una escalation dei casi di lockdown energetico che porterebbe ad una severa recessione. Tra i provvedimenti che possono essere attuati in tempi brevi suggeriamo anche il prolungamento dell’ora legale. L’azzeramento degli oneri generali di sistema ai valori odierni della bolletta dell’energia elettrica, praticamente incide per meno del 10% del totale dei costi. É veramente poca cosa. Abbiamo un ulteriore aiuto con contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta per i maggiori costi del gas e dell’elettricità sostenuti nel 2022 rispetto a quelli del 2019 ma siamo troppo lontani dal considerarlo un aiuto importante”. Nel corso del mese di agosto si sono acuite le tensioni sui mercati energetici, secondo i dati pubblicati dall’Istat a giugno 2022 i prezzi all’importazione di petrolio e gas risultano più che raddoppiati (+108,1%), mentre la bolletta energetica sale a 77,8 miliardi di euro su base annua, raggiungendo il massimo storico del 4,1% del PIL e superando il precedente picco del 4% registrato nell’autunno del 2012. “Le cause dei rincari vanno affrontate in una prospettiva strutturale. Occorre attuare incisive politiche di diversificazione del mix energetico, puntando sulla riduzione della dipendenza dal gas russo, investendo sulle energie rinnovabili e sull’efficienza”. “Altrettanto importante, secondo De Santis, intervenire sulla composizione tariffaria con una misura strutturale di riduzione degli oneri generali in bolletta e il loro finanziamento mediante altre forme di gettito. Non possiamo affrontare l’autunno e l’inverno con il rischio che il caro bolletta ci porti verso una nuova recessione, dopo le fatiche che il sistema produttivo sta facendo per cercare di rimanere aperto. Abbiamo bisogno di uno Stato al nostro fianco – conclude De Santis – che metta in campo benefici importanti e pesanti”.